La necessità di ridurre i costi delle imprese deve essere considerata anche l’occasione per una revisione dei centri di costo e l’opportunità di risparmiare ore di lavoro su attività che si traducono in scarsa efficienza e produttività.
Crisi vuol dire anche opportunità, possibilità di ripartire su basi nuove, mettendo a punto progetti da tempo rinviati, che consentono di ridurre il perimetro di rischio aziendale e un risparmio di costi gestionali ed economici.
E’ da questo angolo visuale che vanno considerati gli strumenti di compliance che interessano il commercio internazionale: la certificazione di Operatore economico autorizzato (AEO), la forfettizzazione del valore, l’Esportatore autorizzato e registrato. Si tratta, con diversi livelli di approfondimento, di veri e propri investimenti che l’impresa può avviare su se stessa, con l’obiettivo di ottenere dei vantaggi misurabili, dal punto di vista economico, e utili per l’efficientamento aziendale.
Per chi esporta, vero traino dell’economia in questi tempi, diventare “esportatore autorizzato” significa semplificare la burocrazia che si accompagna alle procedure doganali e, con l’occasione, ridurre il perimetro del rischio aziendale, prevenendo sanzioni e contestazioni anche penali (anche questo va valutato come un risparmio aziendale).
Per i soggetti AEO, si apre la possibilità di fruire di una serie di semplificazioni che si traducono in maggiore efficienza e rapidità, minori costi finanziari in termini di garanzie e la possibilità di accedere a mercati internazionali su un canale preferenziale, che limita gli stop ai prodotti.
Riprogrammare la propria attività senza tagli lineari, ma con un’attenta proiezione sul futuro e sulla competitività della propria azienda, potrebbe essere la lezione di questi duri mesi.