Con la pubblicazione, lo scorso 29 ottobre, del regolamento 2021/1832 della Commissione europea, si segnalano importanti novità per le imprese interessate dal commercio internazionale perché, oltre al consueto restyling annuale, molti significativi aggiornamenti derivano dalla revisione del Sistema Armonizzato 2022, da parte dell’Organizzazione Mondiale delle Dogane (WCO).

La classificazione doganale dei prodotti è alla base di tutti gli scambi commerciali con l’estero, sia in importazione che in esportazione. E’ necessaria per la contrattualistica internazionale e per stabilire la fiscalità doganale, oltre che per identificare eventuali divieti, contingenti, dazi addizionali, così come l’origine dei prodotti e l’export control. Le caratteristiche essenziali, la funzione e l’utilizzo di un prodotto sono tradotte in uno specifico codice numerico identificativo, affinchè sia immediatamente comprensibile in qualsiasi alfabeto e lingua, superando le divergenze linguistiche.

Questo linguaggio internazionale dei prodotti è aggiornato ogni cinque anni dall’Organizzazione Mondiale delle Dogane, mediante la revisione della Convenzione sul Sistema Armonizzato (SA), attualmente applicata al 98% degli scambi mondiali e in 200 Stati. La versione 2022 contiene ben 351 novità, che interessano un’ampia gamma di prodotti, a partire dai rifiuti elettrici ed elettronici e con un’attenzione speciale ai temi del riciclo e della sostenibilità ambientale. Si segnalano, inoltre, alcune novità assolute, che tengono conto dell’evoluzione tecnologica e dei nuovi beni in commercio, come le sigarette elettroniche, i droni, gli smartphone, le stampanti 3D e numerosi altri beni di ultima generazione.  Significative novità riguardano la classificazione dei moduli display a schermo piatto, su cui era sorto un ampio contenzioso anche nel nostro Paese, il settore medicale e diagnostico, il settore chimico e il dual use. Per preparare le imprese ad applicare i cambiamenti del Sistema Armonizzato in vigore dal 1° gennaio 2022, è stato messo a punto un nuovo motore di ricerca (https://hstracker.wto.org/) in grado di mostrare anche graficamente le modifiche intervenute e le motivazioni sottese all’aggiornamento.

Il nuovo regolamento europeo, in vigore dal 1° gennaio 2022, dovrà essere particolarmente analizzato dalle imprese, per valutare l’impatto della nuova classificazione doganale sui beni realizzati dall’azienda stessa o da questa semplicemente commercializzati. Eventuali modifiche devono determinare un aggiornamento delle schede tecniche del prodotto, il che può determinare restrizioni per l’export o per l’import o la necessità di specifiche autorizzazioni o, ancora, una diversa tassazione doganale del prodotto, con ricadute sul prezzo di vendita o sul business plan aziendale. Una diversa classificazione, inoltre, può determinare conseguenze anche sull’origine doganale del bene, ossia sulla possibilità di fruire del made in Italy o di un azzeramento dei dazi previsto da un accordo di libero scambio.

Da tenere presente, inoltre, che la classificazione doganale del prodotto ricade nella responsabilità esclusiva dell’impresa che vende all’estero o che importa da un Paese extra UE, anche nell’ipotesi in cui sia stato incaricato un consulente o un rappresentante doganale. Sempre più frequenti sono i controlli dell’Agenzia delle dogane sulle voci doganali riportate nelle dichiarazioni: eventuali contestazioni possono determinare recuperi che interessano gli ultimi tre anni, con significative sanzioni in caso di errori di classificazione e potenziali contestazioni anche sotto il profilo penale.