Contrastare le frodi, rendere più efficace l’attività di accertamento doganale e favorire un’azione tempestiva per la repressione degli illeciti transazionali. Sono questi gli obiettivi della circolare 6 ottobre 2021, n. 282023/216, che invita le unità della Guardia di finanza a utilizzare sistemi di analisi digitale per individuare le violazioni in materia di valore, origine e classifica doganale.
L’obiettivo della circolare è rafforzare i presidi di vigilanza virtuale all’interno degli spazi doganali, mantenendo al tempo stesso l’equilibrio tra l’esigenza di tutela degli interessi finanziari dell’Unione Europea e la speditezza dei traffici commerciali.
Nel corso del 2022 la Guardia di finanza focalizzerà, pertanto, i suoi controlli in materia doganale su specifici fenomeni di frode in relazione a valore, origine e classificazione delle merci, valorizzando sempre più il patrimonio informatico contenuto nelle banche dati, ormai ritenuto indispensabile per rendere più efficacie il contrasto alle violazioni doganali e tempestiva l’azione di repressione degli illeciti transnazionali.
L’utilizzo di piattaforme digitali risulta ancora più vantaggioso, garantendo il coordinamento di tutte le informazioni contenute nelle banche dati fiscali, valutarie e di polizia, grazie alle quali risulta più agevole il contrasto al contrabbando e ad altri illeciti doganali. Le unità operative hanno a disposizione diverse aree nella piattaforma “COGNOS”, una tra queste, denominata “analisi di rischio GDF”, consente di ottenere le principali informazioni contenute nelle dichiarazioni doganali che, integrate con le banche dati fiscali, possono essere utili al fine di individuare possibili frodi.
Con riferimento alle modalità di esecuzione dei controlli, attraverso lo scambio delle informazioni presenti nei canali informatici e quelle inserite in banche dati doganali, in caso di accertamenti sulla dichiarazione doganale riguardo il valore, l’origine, o la classificazione doganale, è possibile individuare eventuali anomalie in relazione all’attività svolta, all’importo della merce venduta o ai Paese d’origine.
Le novità introdotte dalla circolare della Guardia di finanza devono confrontarsi, tuttavia, con l’indirizzo espresso dalla giurisprudenza in relazione alla possibilità di utilizzare database sul valore. La Corte di Cassazione ha, infatti, da tempo precisato che le banche dati doganali, tra cui anche Cognos, possono essere utili strumenti per l’analisi delle operazioni da sottoporre a controllo, ma non possono da sole fondare eventuali rettifiche del valore, le quali necessitano di essere adottate nel rispetto dei criteri previsti dagli articoli 70 e ss. del Regolamento UE 952/2013 (Cass., sez. V, 25 gennaio 2019, n. 2214)