Pubblicato su “QuotidianoPIÙ” del 22/08/2024
di Sara Armella e Tatiana Salvi
Arriva la reazione della Cina all’introduzione, da parte dell’Unione europea, dei dazi compensativi provvisori sulle importazioni di auto elettriche. Novità anche dalla Commissione UE, che in un comunicato del 20 agosto ha annunciato che non riscuoterà retroattivamente i dazi compensativi e ne ha modificato le aliquote
I dazi compensativi introdotti dall’Unione europea
Dal 5 luglio sono in vigore i nuovi dazi compensativi provvisori sulle auto elettriche cinesi, una misura adottata dall’Unione europea per contrastare la concorrenza delle imprese sovvenzionate dal governo cinese, che si si somma al normale dazio del 10%.
I dazi introdotti con il Reg. UE 1866/2024 rientrano infatti nell’ambito della disciplina prevista dalle regole WTO e dal Reg. UE 1037/2016, che consente di introdurre una tariffa specifica per eliminare gli effetti degli aiuti economici forniti da un Paese estero a favore di determinate imprese. I dazi compensativi rappresentano, pertanto, misure di difesa commerciale finalizzate a neutralizzare gli effetti di un’ingiusta sovvenzione da parte di un Paese estero nei confronti di determinate imprese.
I nuovi dazi sulle auto elettriche cinesi sono stati introdotti a seguito di un’inchiesta avviata, per la prima volta, d’ufficio dalla Commissione, senza nessuna denuncia da parte di un’associazione di imprese europea. L’indagine, durata nove mesi, ha coinvolto diverse imprese cinesi. La misura dei dazi previsti, inizialmente in via provvisoria, per un periodo di quattro mesi, varia in relazione al livello di sussidi ricevuti dal governo cinese. L’adozione delle tariffe definitive, invece, è prevista per novembre.
La reazione della Cina
In risposta ai dazi europei, il governo cinese si è rivolto all’Organo di conciliazione del WTO (Dispute Settlement Body), chiedendo di aprire una procedura di consultazione, volta ad accertare se i nuovi dazi siano stati adottati in conformità a quanto previsto dalla normativa internazionale.
In particolare, secondo la Cina, i dazi compensativi sulle auto elettriche potrebbero essere incompatibili con l’articolo VI dell’Accordo GATT del 1994 e con quanto previsto dall’Accordo sulle sovvenzioni e sulle misure compensative del WTO (Agreement on Subsidies and Countervaling Measures).
La richiesta del governo cinese, pubblicata dal WTO il 14 agosto, denuncia l’esistenza di diverse violazioni, dal punto di vista sia formale che sostanziale.
In particolare, secondo il governo cinese, la misura adottata dall’Unione europea avrebbe in realtà natura “protezionistica”.
Dal punto di vista procedurale, inoltre, la Cina afferma che l’Unione europea non avrebbe fornito prove sufficienti sui presupposti necessari per avviare d’ufficio l’inchiesta (esistenza di presunte sovvenzioni, pregiudizio e nesso causale).
L’inchiesta sarebbe viziata anche dalla mancata individuazione di un campione di imprese statisticamente valido sulla base delle informazioni disponibili o delle percentuali di volume di export oggetto di indagine.
La Cina, inoltre, accusa la Commissione europea di non aver consentito al governo cinese e alle parti interessate la possibilità di presentare tutte le prove necessarie. Secondo la Cina, i dazi compensativi sarebbero stati imposti sulla base di informazioni inesatte e di un’interpretazione errata della normativa cinese sulle sovvenzioni.
La Commissione europea non avrebbe dimostrato, inoltre, che le istituzioni che hanno finanziato le aziende cinesi sono enti pubblici o enti privati direttamente collegati al governo cinese. Mancherebbe, infine, la dimostrazione di un beneficio a vantaggio delle imprese cinesi.
La richiesta presentata dalla Cina apre ora un nuovo scenario internazionale. Se le consultazioni, che possono durare fino a 60 giorni, non porteranno a una conciliazione tra UE e Cina, il WTO creerà un collegio per la risoluzione delle controversie, che dovrà giudicare la vicenda.
In tal caso, la decisione del panel sarà vincolante soltanto se non sarà impugnata da nessuna delle parti. Occorre considerare, infatti, che l’organo WTO di risoluzione delle controversie di secondo grado (c.d. Appellate Body) è attualmente bloccato, non essendo state rinnovate le nomine dei membri che la compongono a partire dal mese di giugno del 2017. Tale blocco potrebbe arrestare la procedura di risoluzione della controversia intrapresa dalla Cina.
Un’alternativa, in questo caso, potrebbe essere offerta dalle procedure arbitrali previste dall’art. 25 DSU del Dispute Settlement Understanding. Proprio sulla base di tale norma, al fine di rimediare alla paralisi dell’Appellate Body, il 30 aprile 2020 l’Unione europea e altri diciotto Paesi, tra cui la Cina, hanno sottoscritto il “Multi-party Interim Appeal arbitration arrangment”. Un accordo che consente di devolvere le controversie a tre arbitri selezionati da un pool di dieci arbitri permanenti, che deciderà con una procedura simile, ma più snella, rispetto a quella dell’Appelate Body.
Nuove indagini da parte della Cina
In risposta ai dazi sulle auto elettriche, la Cina ha avviato anche nuove indagini nei confronti dei prodotti esportati dell’Unione europea, che potrebbero concludersi con l’introduzione di nuove barriere tariffarie.
In particolare, il 21 agosto il governo cinese ha annunciato di aver avviato un’inchiesta sui beni lattiero-caseari di origine UE. Si tratta di un settore particolarmente importante per l’export europeo, che rappresenta circa il 9,5% delle esportazioni totali. In particolare, la Cina sta esaminando diversi programmi di sovvenzione concessi ai Paesi UE, tra cui l’Italia, che potranno portare all’adozione di nuovi dazi.
Tale inchiesta che si affianca alle indagini antidumping già avviate nei confronti di altri prodotti europei, come la carne suina e gli alcolici.
Le ultime novità dalla Commissione europea
Molte le novità anche dal punto di vista UE. Con un comunicato del 20 agosto scorso, la Commissione europea ha dichiarato che i dazi compensativi non saranno riscossi retroattivamente. Tali misure saranno efficaci soltanto a partire dalla data di entrata in vigore delle tariffe definitive. Non vi sarà, pertanto, una riscossione retroattiva dei dazi per le importazioni registrate nei tre mesi precedenti all’istituzione dei dazi provvisori.
Ridotte, inoltre, le aliquote dei nuovi dazi compensativi, ora comprese tra il 17% e il 36,3%, mentre aumenta dal 20,8% al 21,3% il dazio applicabile alle aziende che hanno collaborato all’indagine UE.
La Commissione europea ha previsto, inoltre, un’aliquota particolarmente ridotta (pari al 9%) per le importazioni di veicoli elettrici realizzati in Cina da Tesla. Un dazio “individuale” concesso a seguito di un’ulteriore indagine richiesta dall’azienda sul livello di sovvenzioni ricevute.
Da segnalare anche che gli esportatori cinesi e alcune joint venture con produttori UE che non esportavano al momento dell’inchiesta, potranno beneficiare dell’aliquota più bassa prevista per le loro società collegate che hanno collaborato.