Il 24 agosto 2020 la Commissione europea ha approvato alcune proposte per promuovere gli scambi commerciali tra l’Unione europea e i Paesi PEM (regione paneuromediterranea), rendendo più flessibile e immediata la determinazione e l’attestazione dell’origine preferenziale allo scopo di favorire la ripresa economica delle aziende europee dopo la pandemia da coronavirus.

Tra i vari accordi di libero scambio conclusi dall’Unione europea, quelli con i Paesi PEM assumono particolare rilievo poiché, solo nel 2019, hanno raggiunto un valore pari a 677 miliardi di euro, corrispondente a quasi la metà degli scambi preferenziali dell’UE.

Le proposte della Commissione, che ora dovranno essere recepite dal Consiglio, introducono regole più chiare e alcune semplificazioni per l’attribuzione dell’origine preferenziale come la fissazione di soglie per il valore aggiunto locale (ossia di una trasformazione che determini un certo incremento di valore del bene) più adeguate alle esigenze di produzione dell’UE e il c.d. “cumulo integrale”, che consentirà di suddividere tra diversi Paesi PEM le lavorazioni necessarie per l’attribuzione dell’origine preferenziale del prodotto, per una migliore gestione della supply chain.

Oltre alla previsione di una soglia di tolleranza più elevata nell’utilizzo di materie prime e di componenti non originari all’interno di un bene, ora innalzata sino al 15%, sarà consentito il rimborso dei dazi versati sull’importazione di componenti non originari, se usati per produrre beni destinati all’esportazione, sempre nell’ottica di accrescere la competitività degli esportatori UE.

Un’altra novità riguarda l’obbligo di “trasporto diretto” ora sostituito con la più flessibile regola di “non manipolazione”, grazie alla quale, anche nel caso di attraversamento di territori diversi, sarà sufficiente dimostrare che i beni non abbiano subito lavorazioni.