Aggiornate le regole per il c.d. rientro dei cervelli in Italia.
Il d. lgs. 27 dicembre 2023, n. 209, articolo 5, comma quinto, ha ridotto l’agevolazione Irpef per i rimpatriati dal precedente 70% al 50% per i cittadini italiani che, dal 1° gennaio 2024, decidono di trasferire la propria residenza fiscale nel territorio dello Stato e che percepiscono un reddito di lavoro dipendente o assimilato o un reddito di lavoro autonomo. Tale beneficio è riconosciuto entro il limite annuo di 600.000 euro. La suddetta percentuale è ulteriormente diminuita al 40% se il lavoratore si trasferisce in Italia con un figlio minore, oppure in caso di nascita di un figlio ovvero di adozione di un minore di età durante il periodo di fruizione del regime in commento. In tale caso, il lavoratore godrà del suddetto beneficio se il figlio minore di età o il minore adottato, risiede sul territorio italiano durante il periodo di fruizione del regime.
Con tale normativa, il Legislatore ha specificato che i lavoratori che intendono fruire di tale regime devono, inoltre, mantenere la residenza fiscale in Italia per almeno quattro anni, a pena di decadimento dai benefici e recupero di quelli già fruiti, e non devono essere stati fiscalmente residenti in Italia nei tre periodi d’imposta precedenti il trasferimento. Se il lavoratore, invece, presta la propria attività nello Stato in favore del soggetto del suo stesso gruppo o presso il quale è stato impiegato all’estero prima del trasferimento, il requisito minimo di permanenza all’estero è di sei periodi di imposta. È necessario, tuttavia, specificare che i periodi di imposta diventano sette nel caso in cui il lavoratore, prima del proprio trasferimento all’estero, sia stato impiegato in Italia in favore del medesimo soggetto oppure di uno appartenente al suo stesso gruppo.
Come specificato dalla norma, l’attività lavorativa deve essere prestata per la maggior parte del periodo d’imposta nel territorio dello Stato e i rimpatriati devono essere in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione come definiti dal d. Lgs. 28 giugno 2012, n. 108, e dal d. Lgs. 9 novembre 2007, n. 206