Entra in vigore il 1° gennaio 2023, la nuova classificazione doganale dei prodotti dell’Unione europea.
A partire dal 1° gennaio 2023 entrerà in vigore il Regolamento UE 2022/1998 della Commissione europea, con cui sono state introdotte le modifiche nella classificazione doganale delle merci in Unione europea (Nomenclatura Combinata e Taric), comportando significative conseguenze operative per le imprese attive nel commercio internazionale.
Come noto, ogni prodotto è inquadrato, ai fini doganali, sulla base delle proprie caratteristiche essenziali, la propria funzione e l’utilizzo, tramite l’applicazione di uno specifico codice numerico identificativo, affinchè sia immediatamente comprensibile in qualsiasi alfabeto e lingua, superando le eventuali divergenze linguistiche.

La classificazione doganale delle merci è al fondamento di tutti gli scambi commerciali internazionali, sia per le operazioni in importazione che in esportazione. E’, inoltre, un elemento essenziale per la contrattualistica internazionale e per determinare i dazi doganali, oltre che per identificare eventuali misure restrittive al commercio, come le sanzioni alla Russia o i contingenti all’importazione.

L’Unione Europea ha integrato il Sistema Armonizzato, il meccanismo di classificazione doganale applicato in 200 Stati e comprensivo del  98% delle merci oggetto di scambi,  con un ulteriore strumento di classificazione doganale, ossia la Nomenclatura Combinata (NC), mediante l’attribuzione di ulteriori due cifre alle sei già previste dal Sistema. Tale Nomenclatura rappresenta, un elenco più dettagliato di quanto già previsto nel Sistema armonizzato e ne ricalca la struttura, suddividendosi in capitoli e sezioni, venendo ulteriormente specificato dalla Taric, che aggiunge due ulteriori cifre alla stessa NC per individuare immediatamente anche gli assolvimenti daziari UE e le eventuali misure restrittive.

È in tale quadro che si inserisce il Reg. UE 2022/1998, in vigore dal 1° gennaio 2023, il quale modifica profondamente le precedenti versioni di NC e Taric, necessitando di essere particolarmente analizzato dalle imprese UE. Le modifiche della Nomenclatura Combinata e della Taric possono, infatti, comportare un cambiamento nel codice attribuito al bene, con possibile assoggettamento a misure restrittive per l’export o per l’import, alla necessità di ottenere specifiche autorizzazioni oppure a una diversa tassazione doganale del prodotto, con evidenti ricadute sul prezzo di vendita e nel business plan aziendale.

Una modifica della classificazione, inoltre, può avere anche un impatto sull’origine doganale della merce venduta, con effetti sia sulla qualifica di made in Italy che sull’eventuale fruizione del dazio zero, previsto da un eventuale accordo di libero scambio.